Molti ristoranti oggi, non sono soltanto luoghi deputati al consumo del cibo, a prescindere dal loro tipo o categoria. Tra gli architetti e i designer più innovativi che hanno contribuito alla diffusione di questo fenomeno, va citato Philippe Starck.
Difficile sintetizzare il genio di Philippe Starck, anche, dopo quarant’ anni di carriera, l’uomo che ha sovvertito le regole della progettazione, che ha realizzato alberghi, sedie, megayacht, nanetti da giardino, spremiagrumi, motociclette, pale eoliche e palazzi, riscosso fama e riconoscimenti internazionali.
“Sovversivo, etico, ecologico, politico, umoristico… ecco come vedo il mio compito in qualità di designer”, così Philippe Starck parla di sé, perché il suo design è davvero unico al mondo.
Lui, tra i designer più originali e fecondi del momento, è conosciuto per i suoi lussuosi alberghi e bar nei cinque angoli del Pianeta – in particolare il ristorante Peninsula Hotel di Hong Kong, il Teatron in Messico, l’Hotel Delano a Miami, il Mondrian di Los Angeles, il ristorante Asia de Cuba a New York – dove la progettazione totale, dalla struttura alla biancheria, è la sua cifra stilistica.
Nel corso della sua carriera, sia nei ristoranti progettati all’interno di alberghi, sia nell’ideazione di esercizi indipendenti, Starck ha realizzato spazi scenografici in cui la sala del ristorante è concepita come un palcoscenico teatrale in cui lo spettacolo non è dato solo dal consumo del cibo, ma dalla clientela stessa, in un articolazione voyeuristica di spazi, trasparenze, e riflessi dove si va non solo per pranzare o cenare, ma anche per vedere, farsi vedere e partecipare allo spettacolo collettivo del people watching people.
Un’ulteriore caratteristica onnipresente nei ristoranti di Starck è la “predisposizione alla socializzazione“: i suoi ristoranti, come pure gli ambienti comuni dei suoi hotel, sono anche luoghi d’incontro dove spazi e arredi sono concepiti per facilitare la conversazione e socializzare.
Per citare un esempio, nel primo progetto del 2000 del ristorante Bon a Parigi, Starck realizza un tavolo alto come un bancone bar (110 cm), al quale clienti singoli o piccoli gruppi di persone possono sedere, da entrambi i lati, su alti sgabelli per cenare tutti insieme in una tavola comune.
Un espediente comunemente utilizzato da Starck in molti dei suoi interni è il fuori scala. Nelle camere dell’Hotel Paramount di New York, egli inserisce degli oggetti sovradimensionati, come i grandi quadri che riempiono oltre misura lo spazio conferendo all’ambiente una dimensione straniante.
Egli ricorre spesso a questo stratagemma per creare arredi originali denti d’oro giganti che diventano sedili nella lounge dell’Hotel St. Martin Lane di Londra, enormi vasi da fiori o sedute ottoman e tavoli lunghissimi, dove oltre all’effetto spaesante dato dalle dimensioni fuori scala viene favorito anche la socializzazione.